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STRADA ROMANA ADRIANEA

martedì 18 febbraio 2025
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STRADA ROMANA ADRIANEA
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STRADA ROMANA ADRIANEA (120-121 d.C.)

Durante i lavori finalizzati alla ristrutturazione di piazza della Libertą in Sant’Antonio Abate, nel mese di febbraio 2019, č emerso un tratto della strada romana Nuceria-Stabias.

L’antica strada, riportata anche sulla Tabula Peutingeriana, larga circa 4,5 metri, delimitata con blocchi di pietra calcarea, attraversava l’Ager Stabianus e collegava le cittą romane di Nuceria Alfaterna e Stabiae passando ai piedi dei Monti Lattari per le odierne cittadine di Pagani, Sant’Egidio del Monte Albino, Angri, Sant’Antonio Abate, Gragnano e Santa Maria la Caritą.

Questo tratto di strada portato alla luce si riferisce al tracciato realizzato dall’imperatore Adriano nel 120-121 d. C., a distanza di circa 40 anni dalla devastante eruzione del Vesuvio del 79 d.C. L’autenticitą del ritrovamento č attestata da numerose ricerche storiche e archeologiche e da due cippi miliari portati alla luce lungo il percorso: la colonna miliare segnante il 5° miglio trovato ad Angri nel 1950 che č custodita a Nocera Inferiore nel museo provinciale dell’Agro nocerino-sarnese e quella segnante l’11° miglio rinvenuta nel 1879 a Castellammare di Stabia che č conservata nel museo diocesano stabiese.

La strada romana non finiva a Stabiae, ma proseguiva per Surrentum fino al Capo Ateneo.

Dagli scavi stratigrafici effettuati lungo il percorso risultano vari strati a livelli differenti, spesso non coincidenti con l’attuale carrozzabile, a testimonianza di epoche diverse:

- il piano dell’antica strada regolarmente basolato, antecedente all’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.;

- il piano di mezzo, corrispondente alla strada rifatta dall’imperatore Adriano nel 120-121 d.C.;

- un piano medievale, attestato in documenti coevi come “via que pergit ad Stavi” (strada che conduce a Stabia);                    

 - il piano stradale attuale utilizzato in epoca moderna e contemporanea, sovente liberato dai frequenti depositi alluvionali provenienti dai monti soprastanti, negli anni quaranta del trascorso secolo fu pavimentato a tratti con basoli vulcanici nella parte che percorre il territorio abatese. 

La Sovrintendenza ai beni culturali di Napoli e l’Amministrazione comunale di Sant’Antonio Abate su deliberazione congiunta hanno consentito di musealizzare questo tratto della strada emersa, restituendolo alla cittadinanza, ai visitatori e agli studiosi ed estimatori.

© - Gerardo Sorrentino/Vincenzo D’Aniello/Giovanni Alfano

Ultima modifica

martedì 02 gennaio 2024

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